Informazioni sull'intervento di STAPEDOPLASTICA per Otosclerosi

CHE COS’E’Otosclerosigif

L'otosclerosi (od otospospongiosi) è caratterizzata da un blocco della base della staffa.L'intervento chirurgico trova indicazione nei casi  in cui questa anomalia causi una ipoacusia trasmissiva superiore a 25 dB HL. Nell'otosclerosi bilaterale, l'orecchio che presenta una soglia tonale ed una discriminazione vocale maggiormente compromesse viene operato per primo. Dopo 6-12 mesi, stabilizzati i risultati funzionali uditivi, si opera l'altro orecchio, per ripristinare un udito binaurale ed ottenere una migliore localizzazione spaziale dei suoni. Un’ipoacusia di tipo misto non controindica l'intervento chirurgico: se infatti il deficit neurosensoriale è lieve, è possibile riportare la soglia uditiva entro i limiti sociali; se l'ipoacusia è grave, l'intervento chirurgico consente un utilizzo migliore della protesi acustica.

In presenza di una otosclerosi monolaterale, l'intervento trova giustificazione solo se si prevede un recupero uditivo uguale all'orecchio controlaterale normoacusico.

L’intervento viene effettuato con l’ausilio del microscopio operatorio, in anestesia generale o in anestesia locale con sedazione. Si pratica una incisione della pelle all’interno del condotto uditivo (quindi non visibile dall’esterno) e si solleva il lembo di pelle in continuità con la porzione posteriore della membrana timpanica. Per esporre l’incudine e la staffa è necessario spostare la chorda tympani (un sottile nervo che trasporta la sensibilità gustativa di una parte della lingua).

SI rimuovono quindi le branche (crura) della staffa e si pratica un foro nella platina. Quindi si applica una  protesi (il titanio è il materiale da noi preferito) con gancio attorno all’incudine e pistone che attraversa il foro platinare; il gancio viene quindi fissato all’incudine.
Tutte le suddette manovre possone essere effettuate con messi meccanici (microtrapano, uncini) o con luce laser.

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L’intervento di stapedotomia ha lo scopo di migliorare la soglia uditiva e non si prefigge di influire sui sintomi associati (acufeni). L’intervento fornisce un soddisfacente miglioramento uditivo in percentuali superiori al 90%. Raramente (circa l’1%) la funzione uditiva peggiora e ancor più raramente può verificarsi la completa perdita uditiva verosimilmente per il sopraggiungere di fenomeni infiammatori a carico del labirinto (labirintite). 


Talvolta nell’immediato postoperatoria si verificano dei disturbi vertiginosi che posso durare anche qualche giorno o raramente qualche settimana. Una violenta vertigine può verificarsi nei rari casi di perdita uditiva.

Un frequente disturbo postoperatorio è un’alterazione del gusto, dovuto allo spostamento della chorda tympani,Il disturbo scompare in genere nel giro di alcuni mesi,

Raramente, a distanza di tempo dal intervento, la protesi può sganciarsi dall’incudine, causando un peggioramento uditivo. In genere è possibile reintervenire, anche se i rischi sono superiori rispetto al primo intervento. 

POSTOPERATORIO

In sala operatoria il paziente viene medicato a piatto, e talora con una fascia ci contenzione. In prima giornata e prima della dimissione verrà medicato nell’ambulatorio di reparto.

I pazienti possono presentare un dolore moderato e un modesto sanguinamento dalla ferita. In alcuni casi, specie dopo interventi di stapedotomia, può insorgere vertigine con nausea e talora vomito, che in alcuni casi richiede un trattamento specifico con antiemetici.

L’uso di antibiotici è utile per ridurre la morbosità postoperatoria, mentre per la prevenzione del dolore e del vomito postoperatorio antidolorifici e antiemetici

Il paziente può essere mobilizzato anche il giorno stesso dell’intervento, tranne nei casi in cui presenti sintomatologia vertiginosa.

Nel post-operatorio verrà talora prescritta una terapia analgesica e se necessario, antibiotica e cortisonica. In tutti i casi si prescrivono anche delle gocce auricolari per prevenire le infezioni del condotto uditivo.

Il decorso dopo la otochirurgia è frequentemente accompagnato da una modesta secrezione da condotto uditivo, talora mista a sangue, che è dovuta essenzialmente  allo scioglimento delle spugnette riassorbibili che vengono applicate al termine dell’intervento.

Le stesse spugnette, assieme al versamento di sangue e ai fenomeni infiammatori, sono tra i fattori che causano la sensazione di ovattamento auricolare o di peggioramento uditivo dopo l’intervento

Al paziente verranno specificate alcune indicazioni da seguire nel post-operatorio, quali il riposo, l’assunzione di pasti morbidi e non eccessivamente caldi, la proibizione a usare farmici che possono favorire il sanguinamento (ad esempio l’aspirina o altri FANS).

E’ prevista almeno una o più visite di controllo postoperatorie
che verrà programmata al momento della dimissione. I punti di sutura, qualora applicati, verranno rimossi durante una delle visite postoperatorie 

Alternative alla chirurgia 

Non esistono terapie mediche volte a migliorare la funzione uditiva nei soggetti affetti da otosclerosi. Il fluoruro di sodi è spesso utilizzato, per stabilizzare i focolai otosclerotici, ma i suoi reali effetti clinici no sono sicuramente evidenti.

L’applicazione di una protesi acustica è una valida alternativa alla chirurgia. Tuttavia, si preferisce ricorrere alla  terapia protesica negli stadi avanzati della malattia, che si caratterizzano da una grave ipoacusia neurosensoriale e nelle rapide forme evolutive ove la compromissione della funzione uditiva è marcata.

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